a-GRit, Home

Camminata Coira-Chiavenna in 24 ore – Impressioni di Roberto

13 agosto 2025

camminareRoberto Lucchinetti di Prosto e Danila Crüzer di Stampa hanno intrapreso insieme questa avventura. In sole 24 ore hanno percorso a piedi 95 chilometri partendo da Coira per poi arrivare a Chiavenna passando per la Via Splüga.



Una camminata lunga che ha messo il loro fisico e la loro mente a dura prova. Con tenacia e forza di volontà sono riusciti nella loro impresa.

Impressioni di Roberto Lucchinetti
Martedì 29 e 30 luglio 2025 ho coronato il desiderio di unire la città di Coira con la cittadina di Chiavenna, non è stata una camminata fine a sé stessa, ma è stato qualcosa di più intenso che mi ha fatto provare e riprovare per cinque anni senza mai portare a compimento questa sfida. Una camminata culturale, unire due città che facevano parte della stessa storia durata quasi trecento anni, dal 1512 al 1797. Non voglio parlare di storia, ma di ciò che sento, che sentono diverse persone che abitano di qua o di là di quel confine politico deciso da altri. Mi reco spesso a Coira specialmente quando viene aperto il Passo dello Spluga, la trovo una città meravigliosa, è stata pure la nostra capitale per quasi trecento anni, a volte incontro dei Valchiavennaschi che ci vanno per il mio stesso motivo, oppure son qui per lavoro.

A Chiavenna in estate ci sono molti turisti stranieri e fra questi anche di Coira. Due città simili, troppo pulite non si trova nemmeno un pezzetto di carta per terra, si direbbe che Chiavenna non faccia parte dell’Italia ma sia la continuazione naturale della Svizzera. Cammino spesso da Coira a Montespluga, da Thusis a Chiavenna, sento qualcosa, un seno di appartenenza come se fossi a casa. Cammino e penso, anzi penso camminando, guardo lo scorrere dei passi come se potessi andare avanti e indietro nel tempo, il suo fiume maggiore il Reno che va a nord mentre il nostro va sud. Il vento che porta la pioggia in Valchiavenna arriva da sud, a Coira proviene da nord, anche questi due elementi si fondono come se fossero legati dal soprannaturale, il brutto tempo che arriva dal mare del nord a Coira porta il bello a Chiavenna e viceversa.

Anche il Föhn, il vento caldo che arriva d’inverno nella nostra valle proviene dal Nord, si scontra contro le montagne della valle del Reno, comprimendosi sulle rocce rilascia calore  che poi ridiscende nella nostra valle portando tepore d’inverno, il contrario del vento da sud che porta bel tempo e caldo nella valle del Reno. Mentre cammino osservo, ascolto, quando sono accanto al Reno guado le sue acque che in parte sono anche nostre, nascono a tre chilometri da casa mia, dietro al Pizzo di Lago, Pizzo di Madris, al Passo di Lei.

Quelle acque che parlano a chi le sa ascoltare, ribollono dove ci sono i salti d’acqua, si ingrossano appena partono le turbine idroelettriche di Sils. Un richiamo ancestrale mi lega con la valle del Reno, un senso di appartenenza con la terra a nord delle Alpi con rocce formate dai fondali marini, il versante a sud delle Alpi, dove si scontrano le placche tettoniche e le rocce profonde dei graniti e la pietra ollare. Il camminare da soli durante la notte partendo dove il Reno sembra scivolare silenzioso, un cammino dentro ai nostri pensieri, tutto tace, non ci sono ciclisti che macinano chilometri, mamme con le carrozzine, giovani che corrono e inseguono un ideale, si sente solo il calpestare dei piedi sul ghiaietto della strada, un colpo di vento che fa cadere qualche pezzetto di ramoscello stanco di rimanere attaccato alla pianta.

Il vociare notturno si sente uscire dalle finestre aperte mentre attraverso Domat/Ems, il camminare sulla vecchia strada Polenweg costruita dagli internati polacchi, la fontana dove zampilla acqua iodata a Rothenbrunnen, la facciata con disegnate scene bibliche e drago, un cammino di 100 chilometri che però si è sempre fermato prima.

Un giorno ne parlai con l’amica Danila di questo mio progetto, collegare Coira-Chiavenna in cammino in un solo giorno. Senza pensarci rispose così: “Vengo io”, e così abbiamo deciso delle date, perché un percorso così lungo avremmo dovuto farlo con il bel tempo. Il 29 e il 30 luglio le previsioni meteo davano bello, il giorno era arrivato, zaino in spalla e siamo partiti. Chiavenna era lontana, la voglia di sfidare il tempo, noi stessi, i 5 anni di tentavi andati a vuoto non ci lasciavano ben sperare, Danila con un peso di quasi 9 kg teneva un buon passo, la pioggia preannunciata ci stava venendo in contro, piccole gocce, seguite da quelle più grosse, un acquazzone estivo che si è esaurito in pochi minuti. Una pianta di prugne selvatiche si affacciava sulla ciclabile, si sentiva il profumo leggermente acidulo, allungo una mano e nel mentre ne raccolgo tre parte una scarica di mitraglia, ci giriamo e una squadra di tiratori dell’esercito si sta esercitando al poligono, in quell’istante ho pensato: “Stanno curando la frutta selvatica, per fortuna non ci sono i carri armati come lo scorso anno”.

Ci allontaniamo velocemente da quella frutta, buona, ma pericolosa, se ci mettono pure le mitragliere sarà meglio di non raccoglierne più. Danila sorride e dice: “Te ciapà pagura”, poi sembra innestare la marcia veloce per vedere se ho resistenza, cerca di allontanarsi ma subito rinuncia, il vecchietto non molla. Coira ormai è alle spalle, si intravede la chiesa cattolica di Donat/Ems, la centrale idroelettrica sul Reno sta facendo girare le turbine e produce energia verde, di fronte si apre il sottopasso dell’autostrada e ci troviamo tra le case. Attraversiamo il paese, passiamo accanto alla fabbrica più grande del Cantone dei Grigioni dove lavorano più di 2’000 persone, sembra un paese nel paese. Si cammina appaiati, la ciclabile inizia a salire, due tornanti e arriviamo in un grande prato, c’è un casotto, entro, è una toilette tutta in acciaio inox, acqua fredda e calda, non c’è una macchia.

Parliamo del più e del meno, del tempo, delle sue corse in montagna, io del lavoro, delle fiabe che scrivo legate alla nostra valle, ogni tanto varco il confine con qualche racconto. Sono già alcune ore che camminiamo, non si sentono rumori, la velocità è sostenuta, le foglie delle piante si muovono appena, sembra che stiano osservandoci, alla sinistra del percorso un contadino sta raccogliendo il fieno si sente il profumo. Ogni cammino dona esperienze nuove, il desiderio della ricerca delle nostre origini comuni ci ha portato a sfidare l’impossibile per collegare in minor tempo possibile e con la sola forza delle gambe due città, Coira e Chiavenna, un gemellaggio a ricordo del passato.

Le impressioni di Danila.

Camminata

Avvisi

Canale WhatsApp per La Bregaglia

wapp

Potrai ricevere direttamente sul tuo smartphone le notizie più importanti.