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Identità e appartenenza in una società migrante

4 giugno 2025

GiovanoliA Salecina dal 22 al 24 maggio si è tenuto un seminario dal titolo: “Migrazioni verticali: nuove forme di mobilità umana verso le montagne”. ForAlps.

Dalla collaborazione di associazioni e studiosi di immigrazione è nato il progetto ForAlps (Foreign Immigration in the Alps), diventata un’esperienza autogestita internazionale che dal 2015 organizza gruppi di lavoro e pubblicazioni circa la possibilità che le Alpi, storicamente considerate un ostacolo, possano invece rivelarsi un luogo di accoglienza che può beneficiare della presenza degli immigrati.

A Salecina dal 22 al 24 maggio si è tenuto un seminario dal titolo: “Migrazioni verticali: nuove forme di mobilità umana verso le montagne” guidato da Manfred Perlik, geografo e Andrea Membretti, sociologo, entrambi docenti, ricercatori e autori.
Sul finire del seminario, il centro di vacanze e formazione Salecina ha organizzato una serata trilingue alla quale sono stati invitati il sindaco di Bregaglia Fernando Giovanoli, l’architetto Armando Ruinelli e Selma Mahlchnet, scrittrice originaria dell’Alto Adige, ora stanziata a Zernez.

A cavallo dei due millenni si è operata un’inversione nelle riflessioni sullo spopolamento delle zone rurali e dei borghi in direzione delle città e si è cominciato ad assistere al fenomeno inverso, in diverse forme. La montagna viene cercata da persone in fuga per la maggiore tranquillità, alla ricerca di nuclei da riqualificare, o per sperimentare lì ebbrezza dell’alta quota. Secondo Ruinelli questo consente una biodiversità umana, garanzia di varietà e vitalità; pur che si monitori il rischio di speculazione edilizia, aggiunge il sindaco. Segue una riflessione sulla definizione di indigeno e turista, definizioni superate dalla attuale condizione di umanità in movimento, tra famiglia e lavoro, tra diversi componenti della famiglia, tra passione e dovere, tra interessi lontani dalla residenza.

Selma Mahlchnet, autrice di” Berg and Breakfast”, mette in giardia sull’educazione necessaria a chi, anche solo momentaneamente, sosta in montagna. In generale c’è preoccupazione e riprovazione per un turismo di massa che nuoce ai luoghi visitati come al visitatore. La soluzione non è forse neanche quella della riserva con tasse per un ristretto numero di utenti.
Nel ripensare il secolo e mezzo di turismo alla ricerca dell’esotico, dell’estetica montana che offre un rifugio toccata e fuga dalla normalità urbana, deve interrompersi la divisione netta tra chi produce in città fregandosene dell’ambiente e chi si bea in paradisi naturali lontano dal mondo circostante e dalle sue criticità.

Occorre una maggiore attenzione per il bene comune e va posto l’accento sul significato di bene pubblico. Perché ciò accada, ai nuovi arrivati va offerta la possibilità di cooperare, di contribuire alla gestione del territorio e delle attività legate a questo, evitando che chi viene da fuori, se ne vada.

Conferenza

Donatella Rivoir

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