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Moratoria sì, gestione del lupo no: una vittoria e una sconfitta

5 settembre 2025

//riceviamo e pubblichiamo\\
Di Gabriela Menghini-Inauen, deputata al Gran Consiglio.

Durante la scorsa sessione di agosto, il Gran Consiglio ha approvato – seppur con una maggioranza risicata – l’incarico della frazione UDC per una moratoria sulle zone 30 sulle strade cantonali orientate al traffico. Una decisione importante, che va nella giusta direzione: sospendere temporaneamente l’introduzione di nuove zone 30 fino all’entrata in vigore della legislazione federale già approvata da entrambe le Camere. Secondo l’Ordinanza federale sulla segnaletica tali strade sono progettate principalmente per il traffico motorizzato e fanno parte della rete stradale sovraordinata. Una riduzione generalizzata a 30 km/h ne comprometterebbe la funzione fondamentale. Nel nostro Cantone con un territorio ampio, insediamenti decentralizzati e collegamenti cruciali tra valli e centri, è essenziale poter disporre di un’infrastruttura stradale efficiente e affidabile, non solo per il traffico privato, ma anche per i servizi di emergenza, il trasporto pubblico, il turismo, l’economia locale ed i numerosi frontalieri.

L’introduzione di una moratoria è uno strumento politico legittimo e realistico. Il Canton Berna ha già adottato un incarico analogo con il sostegno del proprio Governo. Anche per noi si tratta di evitare interventi contraddittori nella fase di transizione verso il nuovo diritto federale. Purtroppo, il nostro Governo aveva proposto di rigettare l’incarico, ma fortunatamente, grazie alla collaborazione delle frazioni PLR e del Centro, è stato possibile costruire una maggioranza a favore della nostra proposta. E’ importante precisare che non si tratta di impedire le zone 30 nei quartieri residenziali o sulle strade comunali, bensì di garantire – laddove possibile – il limite di 50 km/h sulle strade orientate al traffico, affinché la loro funzione strategica resti assicurata.

Il secondo incarico presentato dalla frazione UDC chiedeva una regolazione più efficiente ed economica del lupo, articolata in quattro punti: 1. Coinvolgere maggiormente i cacciatori grigionesi con licenza; 2. Ridurre al minimo le sanzioni per abbattimenti errati; 3. Richiedere alla Confederazione un numero più elevato di abbattimenti; 4. Prolungare la caccia qualora le quote d’abbattimento non venissero raggiunte. Il Governo ha accolto solo il primo punto, respingendo gli altri tre con riferimento al diritto federale e sostenendo che il procedimento penale è d’obbligo in caso di abbattimenti errati. Questi restano quindi considerati reati, con rischio di denuncia e ritiro della licenza di caccia: una misura sproporzionata nei confronti di cacciatori che operano con coscienza e rispetto per la natura. Tanto più sorprende l’approccio del Canton Glarona, che ha adottato una nuova ordinanza in cui gli abbattimenti errati non vengono sanzionati penalmente, ma con un indennizzo forfettario (da 500 a 2500 franchi a seconda dell’età dell’animale). Anche nei Grigioni tali sanzioni dovrebbero essere disciplinate direttamente nelle direttive operative della caccia con importi più contenuti, considerando l’urgenza della situazione nel nostro Cantone.

Massacri come quello avvenuto recentemente in Val Fex sono crudeli e inaccettabili – e costituiscono un onere non più sostenibile per l’agricoltura e per chi vive di alpeggio. Non è una questione giuridica, ma di volontà politica, che né il Governo, né i rappresentanti degli altri partiti borghesi hanno purtroppo dimostrato, visto che l’incarico non ha ricevuto alcun sostegno al di fuori dell’UDC.

Gabriela Menghini-Inauen
Deputata al Gran Consiglio

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