Là, dove il padrino di John Florio sobillò i bregagliotti
Concerto per il giubileo “La Stria 150 anni dopo”. Una collaborazione tra la Fondazione San Gaudenzio e Florio-Soglio per La Stria.
Pier Paolo Vergerio accomuna Casaccia, il progetto Florio-Soglio e La Stria, i cui primi centocinquant’anni si celebrano quest’anno. Nelle intenzioni degli organizzatori il concerto di sabato 30 avrebbe dovuto svolgersi all’interno della Chiesa di San Gaudenzio cui sono rivolte le cure dell’omonima fondazione. Con rammarico, viste le condizioni meteorologiche, si è realizzato all’interno della chiesa di San Giovanni che ha accolto i presenti su comode e calde panche.
I musicisti, presentati dal responsabile di Florio-Soglio e salutati dalla presidente della Fondazione San Gaudenzio, hanno intrattenuto il pubblico con musiche rinascimentali e barocche introducendo gli strumenti usati. Priska Comploi, docente di ance storiche, ha parlato del flauto quale strumento antichissimo, in origine fatto di osso: ne ha mostrati in acero, pero, bosso, avorio e ebano; aveva con sé anche un oboe barocco con doppia ancia in bambù che i musicisti devono intagliare di persona.
Alternando storia della musica e degli strumenti, il docente di violino barocco Luca Giardini si è esibito in coppia con la flautista e alternandosi a lei in un percorso musicale che dal sedicesimo secolo ha condotto gli ascoltatori fino al 1725, speculare rispetto ai giorni nostri prendendo l’anno di pubblicazione de La Stria come centro della storia trattata.
Così, imparando l’ostinato o basso ciclico che infondeva sicurezza, le simbologie nascoste nei fiori e la passione del diciottesimo secolo per l’eco, si è trascorso un pomeriggio molto piacevole.
Donatella Rivoir