Ruggine eteromica
Il fungo del genere Chrysomyxa rhododendri. Per fortuna non letale.
Andrea Giovanoli, responsabile insieme a Mario Lucchinetti dell’Azienda forestale e lavori pubblici, invierà una comunicazione tramite l’infoBregaglia che raggiungerà le case di tutti gli abitanti. Si tratterà di informazioni circa un fungo del genere Chrysomyxa rhododendri, conosciuto nell’area alpina da più di un secolo, anche in Valle da parecchio; quest’anno è favorito dall’umidità della primavera e colpisce anche fusti nel fondovalle.
La ruggine dell’abete rosso necessita di due piante per il suo ciclo vitale: il rododendro per lo svernamento e la riproduzione, mentre in primavera vengono infettati i giovani aghi dell’abete rosso. La malattia non è per fortuna letale, tuttavia può causare indebolimento. L’albero mette in atto una difesa molto efficace, comune nel regno vegetale, chiamata reazione ipersensibile. Questa permette alle piante di prevenire la propagazione della malattia tramite la rapida morte delle cellule intorno all’infezione, che viene così isolata. Come ulteriore difesa produce alcune sostanze antifungine, la taxifolina e l’endochitinasi.
Ecco spiegata la defoliazione e l’ingiallimento visibile quest’anno a partire da luglio.
Donatella Rivoir