Nuovi inquilini a Nossa Dona
Greta Von Albertini e Timothy Lee Standring dalla fine di giugno si occupano di Nossa Dona. La loro storia ha radici molto vicine alla Bregaglia: Ardez e La Punt per lei, Davos per lui.
Hanno vissuto a lungo a Zurigo e a Londra, dove si sono incontrati. La metropoli dove la loro relazione è nata ha offerto loro molto, ma ha tolto loro tempo di qualità e spazio per concentrarsi sulle rispettive passioni.
Greta insegna antropologia e fa ricerca, lavori che svolge da remoto mentre Tim ha iniziato a studiare fotografia ed è approdato alla scultura: al momento si sta preparando per una mostra a Marsiglia ed una a Milano.
“Conoscevano la Bregaglia come meta per il tempo libero e sono abituati alla vita di montagna per un lungo periodo trascorso in Engadina con la mamma di Greta”.
Combattuti tra il richiamo della quiete alpina e la loro storia costruita in città, sentivano di voler cambiare qualcosa dandosi del tempo per capire cosa voler fare nei prossimi anni, anche in vista di una famiglia da costruire. Hanno così lanciato dei semi, avvicinandosi sempre più a ciò che poteva soddisfare i loro desideri e quando hanno saputo del posto da custodi hanno redatto una lunga lettera motivazionale; con incredulità hanno appreso di esser stati considerati idonei e si sentono molto fortunati.
Ancora un po’ frastornati dal trasloco, assaporano ora la particolarissima residenza della quale si sono invaghiti approfondendo le esistenze di chi li ha preceduti: la casa porta le tracce dei personaggi che sono stati custodi prima di loro e questo li affascina. La struttura è al contempo semplice, quasi rurale e contemporaneamente una dimora unica. È un’abitazione molto solida con rifiniture d’avanguardia per i suoi centocinquant’anni e riccamente decorata all’interno.
La sua posizione poi è su un confine geografico, climatico e culturale ed è vicinissima a Milano e Zurigo pur in un privilegiato isolamento. Tim non riesce a credere di poter andare al lavoro 5 metri più in là mentre a Londra gli occorreva un’ora di viaggio e a Greta non sembra vero di potersi muovere in uno spazio abitativo così diverso dagli standard londinesi. Sono fiduciosi e aperti all’esperienza che affronteranno; sentono che c’è interesse nei loro confronti diversamente da quanto spesso capita nelle grandi città. Percepiscono la casa dove vivono come un luogo molto vissuto della collettività, fortunatamente e ciò non li rende degli eremiti, vuoi per manifestazioni religiose vuoi per eventi culturali e per la presenza dei vivai: sono curiosi di conoscere e di farsi conoscere, in ascolto di un luogo ricco, incontro di tante tendenze così diverse al di qua e al di là della Porta.
Si occuperanno delle piante, forse degli asinelli poco lontani e intanto si acclimatano; come le loro piante che, per via della Brexit, sono dovute stare senza terra per il tempo del trasloco.
Donatella Rivoir