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Vita delle comunità protestanti italofone presentata a Stampa

23 luglio 2025

Federico_Zuliani“Quelli senza messa”. Conferenza di Federico Zuliani.


La premessa di Federico Zuliani di fronte al manipolo di uditori accomodati nel Salone del Centro Giacometti potrebbe essere un clamoroso autogol: non mi interessa la religione e poi conosco poche persone che seguano pedissequamente i testi sacri, a me interessano le persone, parola più parola meno.
Segue qualcosa simile allo sbigottimento; eppure, la serata lasciava presagire la narrazione di come la Riforma mutò la Bregaglia, con relative gesta dei riformatori.

Lo studioso a suon di aneddoti riconquista presto la platea e davanti agli occhi appaiono fratelli che annotano sui quadernetti, trasmettendo ai più giovani i riti e le canzoni; un mondo brulicante di immagini emerge dalle ricerche per “Quelli senza messa” le comunità protestanti italofone della Rezia dal 1550 al 1620.

Il testo, racconta Itala Vivan, moderatrice della serata, propone un nuovo modo di osservare gli eventi storici, scardinando le dicotomie e senza inseguire una teoria, ma battendo soffitta per soffitta, lettera per lettera fino ad una ricostruzione di ciò che significava 500 anni fa essere un protestante di lingua italiana. Cosa possibile, o in esilio, o nelle Valli valdesi, dove però la lingua era l’occitano. Valtellina, Valchiavenna, Poschiavo, Mesolcina e Bregaglia rappresentano dunque un unicum e vengono indagate per la prima volta insieme. Il minuzioso lavoro di ricerca narra dunque le gesta non tanto di eroi e antieroi, ma del concistoro, di una determinatissima minoranza che si fa sentire e si fa vedere nella quotidianità tramite la liturgia dei saluti, degli orari in cui suonare le campane, con le incisioni sugli stipiti delle porte, le lapidi, gli altari svestiti anche all’interno di chiese tradizionalmente cattoliche. Troppo erudito da riportare fedelmente, lo studio del professor Zuliani ha incontrato spesso la musica e lui spera di poter pubblicare presto qualcosa a riguardo: pur essendo questa vietata in chiesa dai riformatori, Zwingli suona la viola e Calvino scrive un salterio.

La Riforma non era forse mai stata osservata in maniera così civica e lo storico descrive la nascita dei contratti di nozze per porre un freno alle fughe di capitali da conversione, l’acquisto di 34 calici d’argento da parte di una parrocchia di Dubino, proveniente dalle chiese convertite. Come la popolazione fosse stufa di pagare decime a Como, o Coira senza poter scegliere il proprio ministro di culto.

Zuliani

Donatella Rivoir

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