80enni a Soglio
Il ritrovo degli ottantenni di Bregaglia per festeggiare il loro anniversario ha avuto luogo giovedì 3 luglio presso l’albergo-ristorante Stüa Granda a Soglio.
I sedici convenuti hanno trascorso alcune ore parlando ovviamente del passato, ma non solo. Le conversazioni sono continuate anche durante il pranzo. Prima di soffermarci su un tema che ha suscitato un vivo interesse, alcune notizie che a tutt’oggi possono apparire curiose:
- dei sedici presenti tredici sono nati in valle, dove hanno anche frequentato le scuole dell’obbligo:
a Castasegna, Soglio, Bondo, Stampa, Vicosoprano, Casaccia e Maloggia (elementari) e a Bondo, Stampa e Vicosoprano (secondarie). Gli altri tre: due si sono trasferiti in Valle in età adulta e uno viene in vacanza nella casa di famiglia.
- Al presente sette dei nati in Valle vi risiedono ancora, gli altri sei sono altrove, chi più lontano, chi più vicino, tutti in Svizzera.
- Dato il sistema scolastico e di comunicazioni dei tempi passati, ragazze e ragazzi bregagliotti non si conoscevano o solo marginalmente. Sembra un assurdo e si è parlato anche di questo.
Il tema di cui si accennava sopra riguardai termini nostalgia (di coloro che hanno vissuto fuori dalla Valle, anche da più di sessanta anni) e il suo opposto nostalgia di paesi lontani (di coloro che sono “usciti” praticamente solo per la formazione professionale). Per i primi il sentimento risulta essere più tangibile, l’essere lontani da casa, dal posto dove si è nati e cresciuti: il “Heimweh”. Per gli altri di tratta più di un desiderio che vorrebbe magari essere esaudito, comunque più astratto ed evanescente, voglia di cambiare, di viaggiare: il “Fernweh”.
Lo scambio di idee in proposito ha messo in luce varie sfaccettature, però tutte prive di lamentele e di rammarico. A prevalere, fra i sedici presenti, è stato il sentimento di riconoscenza nei confronti del nostro bene più grande che è la vita.
A coronare la vivace discussione qualcuno ha tratto dallo smartphone la seguente poesia, qui tradotta dal tedesco:
Alla ricerca della felicità
ho perso un pezzo della mia vita.
Guardavo il cielo, ammiravo le stelle
e mi perdevo sempre in lontananza.
Con trepida attesa m’immaginavo
la felicità che m’avrebbe colto.
Ma con il tempo ho smesso di cercare,
perché essa era già qui da tempo:
era la vita, ciò che non vedevo!
Una coetanea ha infine cantato uno jodel con voce cristallina, creando un’atmosfera di altri tempi.
A conclusione del ritrovo c’è stata una visita guidata attraverso il villaggio.
Un grazie agli organizzatori per la riuscita dell’incontro.
gaw