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“Il futuro della montagna e la sfida della crisi climatica. Vivere e pensare con i ghiacciai”

6 giugno 2025

M.OreggioniConferenza di Matteo Oreggioni. Incontro, il 30 maggio, organizzato dall’associazione formazionBregaglia in collaborazione con Pro Natura Bregaglia.


A dare il ben venuto ai presenti è stato il presidente di fondazioneBregaglia Walter Coretti, l’idea dell’associazione è stata quella di realizzare qualcosa che mettesse insieme la filosofia, la natura e la Valle Bregaglia; e quel qualcosa si è palesato a Walter Coretti con l’incontro con il libro “Filosofia tra i ghiacci. Viaggio nella fine di un mondo” scritto da Matteo Oreggioni.

Oreggioni è laureato in filosofia, è docente, è scrittore, è originario di Morbegno ed infine è operatore glaciologo, cioè fa parte di un gruppo di persone che hanno il compito di salire sui ghiacciai alpini per valutarne lo stato di salute. Conferenza che, anche se organizzata da diverso tempo è risultata più attuale che mai, perché coincidente con il disastro di Blatten in Vallese, dove un intero ghiaccio, ha collassato in seguito ad una frana di roccia sovrastante e seppellito il paese con diversi milioni di metri cubi di materiale.

La conferenza ha alternato momenti scientifici di glacialismo ha momenti di divulgazione filosofica. C’è stata la proiezione di foto e filmati di ghiacciai alpini che, visti su diversi intervalli temporali, (cento anni, cinquant’anni, dieci anni) mostrano un progressivo retrocedere davanti al quale nessuno può provare ad abbozzare una negazione del fenomeno. Fenomeno collegato al cambiamento climatico e al conseguente innalzamento della temperatura. Processo di fusione dei ghiacciai, che è fondamentalmente iniziato con l’aumento delle temperature medie annue, che coincide con il periodo della rivoluzione industriale. Periodo in cui l’aumento della concentrazione di gas clima-alteranti nell’atmosfera è avvenuta conseguentemente alla sempre maggiore estrazione di combustibili fossili dal sottosuolo.

Questi dati insieme ad altri sono stati mostrati da Oreggioni in numerosi grafici, dai quali purtroppo non è ricavabile nessuna notizia positiva. Se da una parte l’allarme e l’appello ad adottare politiche di mitigazione all’immissione di questi gas è sempre maggiore, dall’altra non c’è una risposta univoca da parte degli stati mondiali, sono stati realizzati numerosi incontri che hanno avuto effetti lontani da quelli necessari ha provocare una inversione di tendenza, tendenza che piuttosto è di segno drammaticamente opposto.

Possiamo dire che il sistema di governo attuale a livello mondiale non permette di adottare le giuste misure e che l’uomo deve essere consapevole che se continua così ha una grande possibilità di sparire come specie. Il nostro destino è intimamente legato a quello dei ghiacciai, se saremo in grado di salvare loro allora saremo stati in grado di salvare noi stessi. C’è il bisogno di immaginare un nuovo modo di essere nella natura essere capaci di pensare in relazione con gli elementi naturali. Dobbiamo infondo chiederci cosa sia l’umanità, siamo davvero l’eccellenza degli esseri presenti sulla terra, o siamo arrivati ad essere in-umani, cioè ad avere un comportamento, che va contro noi stessi.

La serata è terminata con un intenso dibattito sul tema che comunque conosciamo orami molto bene, ma come ha detto lo stesso Oreggioni noi popolazione mondiale abbiamo una netta discrepanza tra vita saputa e vita vissuta, e questo vuol dire che tutti, infondo, sappiamo come ci dovremmo comportare per evitare l’irreparabile, ma poi nei comportamenti facciamo altro.

Oreggioni

Renato Tomassini



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