Le sfide mentali nello sport di alto livello
Sabato 1° marzo in una saletta dell’Hotel Schweizerhaus a Maloja Irene Cadurisch affronta, seguita da un discreto numero di interessati, il tema delle sfide mentali nello sport. Conferenza tenuta dall’atleta bregagliotta.
La conferenza è in tedesco con una sintesi in italiano, illustrata con belle slides legate alla sua esperienza personale. Irene tiene subito a precisare che condividerà riflessioni legate alla sua realtà; per fornire altre prospettive ha riportato le testimonianze di amici e colleghi sportivi. I dati sono dunque soggettivi, non medici o statistici.
Descrive il percorso che l’ha portata alla scelta della sua disciplina sportiva, parla della sua struttura fisica e di quanto ha potuto osservare su di sé riguardo a tempi e modi di vivere lo sport. Racconta che è fondamentale conoscersi e valutare continuamente cosa conviene scegliere come individui e come atleti. In linea di massima un atleta conosce le proprie esigenze alimentari, di riposo, di allenamento e di concentrazione mentale: 8-11 ore di sonno, 40 gr di proteine, 5 ore di allenamento e un buono stato di salute; quando dare priorità a questi e quando invece si preferisce dedicarsi alla famiglia, al piacere, alle preoccupazioni di altra natura, o anche solo alla necessità di staccare dalla professione dipende dal singolo.
Può essere più utile sgarrare alla disciplina per poi ricominciare completamente concentrati e focalizzati sulle gare che non imporsi di seguire un programma in maniera distratta e senza il massimo della motivazione.
Presto Irene andrà in Estonia e dice che si occuperà molto degli aspetti tecnici senza pensare troppo alle qualificazioni: questo inverno è stato spesso ammalata ed è consapevole di non aver ottenuto il massimo delle prestazioni, dunque meglio non puntare tutto sulle aspettative: toglierebbero energie alla preparazione. Si dice grata al team che la sostiene e spiega, per concludere, che anche la scelta del trainer giusto è essenziale e dipende dalle esigenze e dal carattere di ciascuno.
Dopo l’incontro c’è stato un buffet e la possibilità di tirare con un fucile normalmente dedicato ai bambini, con il laser e non con il proiettile che invece utilizza Irene normalmente.
Donatella Rivoir