La scelta
I racconti di Daniele Coretti ci portano ad esplorare questa possibilità, rendendo attuale il dialogo tra la cultura alpina e l’innovazione. La gente di Vicosoprano deve scegliere.
La neve era caduta tutta la notte, coprendo il paese come un lenzuolo. All’alba, il suono metallico delle pale rompeva il silenzio. Giovani e vecchi liberavano l’entrata delle case e delle stalle. Era la prima volta che lavoravano fianco a fianco dopo settimane di silenzi e sguardi bassi.
Il sindaco, un uomo magro e nervoso sulla sessantina, osservava dal piazzale. La Macchina, come la chiamavano i vecchi, aveva parlato il giorno prima. La sua voce calma e artificiale era risuonata nella sala comunale dicendo ciò che nessuno voleva sentire: il paese non poteva sopravvivere unito. “Dividetevi”, aveva suggerito. Una metà avrebbe abbracciato la modernità: serre automatizzate, droni, macchine agricole intelligenti. L’altra metà sarebbe rimasta come sempre stata, coltivando i campi a mano, facendo il fieno e portando al pascolo il gregge.
Vicosoprano si sarebbe divisa in due, la nuova e la vecchia, solo così si sarebbe scongiurato che le tensioni scalassero in uno scontro generazionale.
“È davvero necessario?” aveva chiesto il giovane Andrea al sindaco quella mattina.
“Si tratta di sopravvivenza: la macchina ci ha indicato un modo in cui vecchio e nuovo posso coesistere.”
Il giovane tornò a spalare a fianco al nonno, senza riuscire a parlare.
Sapeva che la sua famiglia non sarebbe restata unita. Lo guardò di sottecchi, non aveva bisogno di chiederglielo: sapeva già quale sarebbe stata la sua scelta.
Al centro del paese la Macchina taceva e osservava. Priva dell’ostacolo delle emozioni aveva calcolato ogni scenario, decidendo cosa fosse meglio per Vicosoprano e i suoi abitanti.
Quando il sole fu alto, gli abitanti del villaggio si riunirono al centro del paese. Era giunto il momento della scelta. Nuovo, o vecchio.
Andrea si decise e sollevò la mano per la nuova Vicosoprano. Dopo avere preso coraggio gli altri giovani lo seguirono.
Avevano fatto la loro scelta.
Sotto gli sguardi increduli di tutti, anche il vecchio Jorg sollevò la mano schierandosi con i giovani e la nuova Vicosoprano. Seguì un momento di trepidante attesa, ma nessun altro dei vecchi seguì Jorg. Sua figlia gli strinse la mano commossa. La folla si spaccò in due gruppi. Qualcuno piangeva, ma nessuno si oppose alla votazione. La Macchina osservava in silenzio, non aveva bisogno di altro: la decisione era stata presa.
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