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Votazione del 27 novembre 2016

10 novembre 2016 5 commenti

//riceviamo e pubblichiamo\\
Votazione sull’iniziativa „Per un abbandono pianificato del nucleare“. La presa di posizione di Gian Luca Giovanoli, Vicosoprano.

In questi giorni abbiamo trovato nella buca-lettere la documentazione per l’ultima votazione nazionale di questo 2016. Siamo chiamati a decidere su un’unica iniziativa lanciata dai Verdi “Per un abbandono pianificato dell’energia nucleare”.

Nel 2015 la Svizzera ha prodotto 63’661 GWh di elettricità e ne ha consumati 62’626 GWh. La produzione di energia elettrica in Svizzera si differenzia così: idroelettrica 59,9%; nucleare 33,5%; termica 4,0%; fotovoltaica (sole) 1,7%; biomassa 0,4%; legno 0,3%; eolica (vento) 0,2 %. La produzione di energia nucleare si ripartisce su 5 centrali. I dati provengono dall’ufficio federale di statistica.

Con la votazione del 27 novembre prossimo, decidiamo dunque sul destino del 33,5% dell’attuale produzione di corrente elettrica, che dovremo compensare in qualche modo. Come pensano, gli inizianti, di sopperire in così poco tempo alla mancanza di un terzo di corrente elettrica?  La loro proposta è l’aumento delle energie rinnovabili e in particolare il solare e l’eolico. Oggi la somma di questi due modelli di produzione raggiunge l’1,9%. NB queste percentuali sono state raggiunte negli ultimi anni grazie a sostegni finanziari di alto livello (che hanno poi contribuito a sminuire l’attrattività dell’energia idroelettrica, quella di ewz o Repower tanto per capirci!).

Penso che ci vorrà un’infinità di anni fino a quando la produzione di energia elettrica tratta dal sole e dal vento riuscirà a coprire gli oltre 22’000 GWh prodotti attualmente dalle centrali nucleari. Ed è altrettanto ovvio che anche con le migliori intenzioni e propositi di ognuno di noi, non riusciremo mai a risparmiare 1/3 dell’energia che usiamo tutt’oggi. Anzi, con il costante aumento della popolazione, anche la richiesta di energia aumenterà per forza.  Il problema più serio non sono le nostre economie domestiche (potremmo anche abituarci a dei periodi con carenza di corrente elettrica) ma bensì le industrie, che devono poter far conto su un approvvigionamento sicuro e regolare.

A questo punto la soluzione rimarrà una sola e cioè l’acquisto (importazione) di energia elettrica dall’estero. Le varianti sono due: energia atomica dalla Francia o energia da centrali a carbone prodotta in Germania.

  • Per le quasi 60 (!) centrali nucleari in Francia era prevista una scadenza di 40 anni, dopodiché dovevano essere spente. La politica locale ha però concesso loro un prolungamento del 50% fissando il limite di attività a 60 anni. Ben 16 di questi reattori francesi si trovano a distanza ravvicinata con la Svizzera. Non ho informazioni sullo stato di salute di queste centrali e preferisco non saperlo. Come non conosco la situazione di sicurezza delle 5 centrali elvetiche. So però che abbiamo la possibilità di decidere in modo autonomo fino a quando siamo disposti a lasciare in funzione le nostre centrali, al contrario di quelle francesi.
  • L’energia in Germania è prodotta in gran parte da centrali al carbone (quasi il 50%). Sistemi ad altissima emissione di CO2. Quel CO2 che il contratto di Parigi firmato da ben 196 Paesi nel dicembre scorso ha deciso di abbassare in modo drastico siccome siamo tutti concordi che è altamente nocivo al nostro pianeta! Mentre la produzione nucleare lascia nell’atmosfera 32g di CO2 per KWh e quella idroelettrica 40, la produzione in centrali a carbone hanno un’emissione di 1’153g per KWh.

Se alcune centrali nucleari svizzere non sono più sicure e non garantiscono più la sicurezza della popolazione, sarà nostro dovere metterle in sicurezza o spegnerle. Decidere però di spegnere tutte le 5 centrali entro pochi anni, indipendentemente dal loro stato di salute, e proibire la costruzione di nuove centrali lo ritengo irrazionale. Anche in questo ambito le ricerche e la scienza fanno passi da gigante. Pure io sono dell’idea che dovremo ambire a trovare soluzioni più simpatiche che spaccare gli atomi per produrre energia elettrica, ma dovremo farlo in modo graduale e riuscendo a sostituire la produzione con alternative più sicure, ma che garantiscano comunque l’approvvigionamento.

Termino con una riflessione. L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima ha causato ZERO vittime. I decessi sono tutti stati causati dallo Tsunami che ha colpito la costa del Giappone nel 2011. L’incidente alla diga dell’impianto idroelettrico del Vajont l’8 ottobre 1963 ha causato il decesso di ben 1’910 persone. Nessuno, dopo l’incidente, ha mai lanciato un’iniziativa per proibire le centrali idroelettriche e chiedere di smantellare le dighe attuali…

Sono convinto che la soluzione ragionevole e soprattutto fattibile del dilemma sull’approvvigionamento elettrico sarà un secco NO a questa frettolosa e inadattabile iniziativa dei Verdi così come un deciso NO all’inadatta legge sull’energia elaborata dal Parlamento il 30 settembre scorso. Ambedue sono frutti di decisioni prese d’istinto dopo l’incidente causato dallo Tsunami in Giappone.

Votate NO a questa iniziativa e firmate il referendum affinché il popolo possa esprimersi in merito alla via da intraprendere per risolvere la questione dell’approvvigionamento energetico in Svizzera.

Gian Luca Giovanoli, Vicosoprano

Attualmente ci sono 5 commenti

  1. stefano scrive:

    Forse più che pensare a questa iniziativa dei Verdi sarebbe il caso di proteggere meglio l’idroelettrico che come bregagliotti ci tocca molto da vicino e che al momento nucleare o non nucleare è già pesantemente condizionato dal libero mercato internazionale…
    Stefano Fogliada

  2. Marco Giacometti scrive:

    Un punto importante, ma del tutto risolvibile, se si lasciassero da parte emozioni e ideologie motivate politicamente. Lo stoccaggio delle scorie in modo sicuro, senza mettere in pericolo il paesaggio e le generazioni future, è possibile. In Svizzera la Nagra sta trovando i luoghi adatti, vedi https://www.nagra.ch, e in altri stati, anche se forse non in Itaia, questo è coutant normal
    Marco Giacometti

  3. Renato Tomassini scrive:

    Tutti buoni motivi ma si sorvola su un punto. Dove vanno a finire le scorie nucleari? In fondo all’Adriatico tramite uno smaltimento con i fiocchi effettuato dalle varie mafie, o in Nordafrica, (vedi omicidio Ilaria Alpi)?
    Tomassini Renato

  4. Giacometti Giuliano scrive:

    Danke Luca und Marco. Super verstanden um was es gehet. Klar ist, dass dieser fehlende Strom in so kurzer Zeit nicht durch die heimische Produktion von erneuerbaren Energien ( zurzeit 4 % der Schweizer Energieproduktion ) auffangen lässt. Bleibt also nur der Import von Strom aus dem benachbarten Ausland. Allerdings � es gibt kein Recht auf diese Importe und keine Pflicht der Nachbarländer, der Schweiz Strom zu liefern. Auch Knappes Angebot erhöht die Preisen. Ein überhasteter Atomausstieg käme nicht nur den Steuerzahler teuer zu stehen. Müssen 40 Prozent des Stroms importiert werden, leidet auch die Volkswirtschaft. Bei einem Versorgungsengpass droht gar ein wirtschaftlicher Super-GAU.
    Auch gut. Vernichten wir Milliarden für das Abstellen der Kernkraftwerke und deren Ersatz von Energie, werden wir kein Geld mehr haben für die unechte Wirtschaft Flüchtlinge und Kriminelle Ausländer und die CH wird sicherer. Vielleicht würden wir indirekt andere Problemen lösen.
    Giacometti Giuliano

  5. Marco Giacometti scrive:

    Sostengo la posizione di Gianluca Giovanoli: anch’io voto no a questa iniziativa perché favorisce la produzione e il consumo di energia fossile importata da paesi che hanno deciso di abbandonare l’uso dell’energia nucleare come la Germania, oppure addirittura l’uso di energia nucleare prodotta in altri stati come la Francia.
    Marco Giacometti

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